Si profila una crisi economica e sociale drammatica in Europa (e non solo), con un aumento della povertà e delle disuguaglianze: l’allarme rosso sta suonando, nessuno domani potrà dire di non averlo sentito.
L’Ue si ritrova così all’ultimo appello e comincia una settimana cruciale per la trattativa europea. “Gli alibi sono finiti per tutti”, avverte Enrico Letta, presidente del Consiglio di un governo di larghe intese nel 2013, oggi direttore dell’Istituto Science Po a Parigi.
Eppure l’Europa non sembra avere scelta. In controluce si vede la lotta per decidere chi guida il mondo, tra gli Stati Uniti e le autocrazie come Cina e Russia. Il 7 maggio il mondo celebra i 75 anni dalla fine del conflitto mondiale che ha aperto una lunga fase di egemonia statunitense e di costruzione dell’unità europea.
Oggi si prova un cambio di leadership, anche per il distacco dell’amministrazione Trump dal vecchio continente. L’Europa prova a reagire con l’introduzione di nuovi strumenti e una nuova solidarietà tra i governi nazionali, faticosa e incerta perché il multilateralismo rischia di essere tra le vittime della pandemia.