“La proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund non è accettabile per la Finlandia”. Così il governo di Helsinki sul proprio sito chiede a Bruxelles innanzitutto di “ridurre la quota di sovvenzioni e aumentare i prestiti”.
Inoltre la Finlandia, pur dicendosi “ancora aperta” ai negoziati, chiede di “ridurre le dimensioni totali” del fondo, “accorciarne la durata a meno di 4 anni e ridurre il periodo di rimborso a meno di 30 anni”.
Il Recovery Fund è stato bocciato anche dai cosiddetti paesi ‘frugali’ (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia), da Ungheria e Repubblica Ceca.
Secondo Antonio Parenti, alla guida della Rappresentanza della Commissione europea a Roma, “alla fine il compromesso sarà necessario” e anche i Paesi cosiddetti frugali “dovranno trovare un accordo” nel loro stesso interesse. Paesi come Austria, Olanda, Svezia, “sono estremamente aperti al commercio internazionale” e di fronte al rischio sempre più concreto di una “segmentazione dei mercati” a livello mondiale, “il mercato unico europeo diventerà una valvola di sicurezza per tutti, anche per loro”.