La Csu perde la maggioranza nel land bavarese e dovrà rinunciare per la seconda volta nella storia del dopoguerra al governo monocolore in Baviera. Secondo i dati (parziali) raggiunge il 37,4% e perde oltre dodici punti rispetto a 4 anni fa.
Si prospetta, dunque, una cosidetta "coalizione bavarese": se i Freieheitlichen Waehler, il partito conservatore locale, dovesse essere confermato all'11,5%, la Csu cercherà probabilmente un'alleanza con loro. Se non bastassero i seggi, eventualmente con la stampella dei liberali della Fdp, che raggiungono il 5%.
L'Afd, l’estrema destra, arriva all'10,2% e si assicura l'ingresso nel parlamentino regionale. Bruciante, invece, la sconfitta della Spd che dimezza letteralmente i voti: dal 20,6% scende al 9,6% rispetto al 2013.
Sono i Verdi a vincere la tornata elettorale. Raggiungono un risultato storico (17,7%): alle elezioni precedenti avevano ottenuto l'8,5%.
La Baviera, per molte ragioni, potrebbe essere un'elezione cruciale. Per i destini della ricca regione tedesca, ma anche per quello del governo guidato da Angela Merkel. Sono in tanti, infatti, a imputare al ministro dell'Interno ed ex governatore del Land, Seehofer, il pessimo risultato della Csu, a causa di una politica aggressiva sui profughi che avrebbe drenato voti verso l'Afd ma anche spaventato molti elettori.
Il successo dei Verdi, invece, sarebbe imputabile ad elettori delusi dall'Spd e a quelli inorriditi dalle parole d'ordine di Seehofer e del governatore della Baviera, Markus Soeder.
Forse Seehofer sarà scelto come vittima sacrificale per consentire alla Csu di scaricare le colpe su qualcuno. Ma potrebbe non bastare. Lo scenario a Berlino cambierebbe se dovesse cadere il governatore dell'Assia, alle elezioni che si svolgeranno tra due settimane nel Land di Wiesbaden e Francoforte. Qualora la Cdu dovesse perdere anche quelle, il cancelliere Angela Merkel finirebbe nella bufera, al congresso della Cdu di dicembre.