Non si placano le proteste in Germania dopo la bufera scatenata dalla decisione del leader della Cdu, Friedrich Merz, e favorito nei sondaggi alle elezioni del 23 febbraio, di votare la mozione sulla stretta all’immigrazione, facendo leva anche sul sostegno dell’ultradestra.
A poche settimane dal voto, Berlino ha visto domenica (2 febbraio) una mobilitazione di massa per ribadire un ‘no’ a qualsiasi apertura all’AfD (Alternative für Deutschland) e alla leader Alice Wiedel. Alla manifestazione, dallo slogan “La rivolta delle persone perbene: noi siamo il Brandmauer!” (il ‘muro di protezione’ contro l’ultradestra) sono arrivate 200mila persone.
“È stato detto più volte chiaramente: non ci sarà alcuna collaborazione fra noi e AfD. Noi lottiamo per avere maggioranze nel centro del nostro sistema democratico”: prova a rassicurare Merz.
Markus Söder, governatore della Baviera e leader della Csu, alleata della Cdu, ha intanto chiuso la porta a un possibile asse con l’ultradestra di AfD. “L'Unione e io personalmente garantiamo: non ci sarà assolutamente alcuna cooperazione con l’AfD. L’AfD è il nemico della nostra democrazia, è e rimane l’avversario del sistema”, scrive Söder, dopo la controversa decisione di Merz di mettere ai voti la legge anti-immigrazione contando anche sul sostegno dell’AfD.
Il leader della CSU ha poi ricordato che AfD “vuole uscire dalla Nato, dall'Ue e dall'euro. Rovinerebbe economicamente il nostro Paese e comprometterebbe la nostra sicurezza”.