Tutto è cambiato domenica scorsa. Quando il leader dei liberali, Christian Lindner, ha chiuso la porta in faccia alla Cancelliera.
Per 12 anni movimentati, per lo più oscurati dalle crisi, la Merkel ha affinato un talento impressionante nella sopravvivenza politica e nel facilitare il compromesso tra leader, sia in Germania sia all’estero. Ma domenica 19 novembre questa reputazione ha subito un colpo dal quale potrebbe non riprendersi mai completamente. A sferrarlo è stato Lindner, in teoria molto vicino alla CDU della Merkel.
Due gli effetti concreti.
Primo, in Germania un nuovo leader si fa strada e sembra potersi candidare a prossimo Cancelliere. E’ appunto Lindner. Salvo un’improvvisa ripresa dei democratici guidati da Martin Schulz (SPD).
Secondo, Merkel pensava, in collaborazione con il Presidente francese, di poter guidare lo sviluppo nella zona euro, contenere l’intromissione di Vladimir Putin nell’Europa dell’Est, controllare gli impulsi di Donald Trump e la strategia espansiva della Cina di Xi Jinping. La prospettiva adesso è cambiata. Ecco, dunque, che l’unico leader europeo al momento possibile è Emmanuel Macron. Ora tocca a lui preoccuparsi che la Germania non sia troppo debole per riuscire a riformare, oltre alla Francia, l'Unione Europea.
Per questi motivi siamo tutti in qualche modo interessati a capire come possa evolversi la situazione politica tedesca, tenendo in considerazione, tuttavia, che la Merkel appare sempre più sulla via del tramonto. In altre parole, anche qualora riuscisse a costituire un nuovo Governo, dopo i richiami del Presidente Frank-Walter Steinmeier, potrebbe non essere più così potente come è stata fino ad ora nello scacchiere europeo e internazionale.