Martin Schulz, Presidente dell’SPD, è stato ricevuto da Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica federale tedesca e anche lui membro dello stesso partito. Ma il vero confronto si deve essere consumato tra le mura del suo partito. Otto ore di colloqui terminati nella notte e sanciti dal segretario Spd, Hubertus Heil: “Siamo fermamente convinti che il dialogo sia importante. Non chiudiamo al negoziato”.
Alla fine ha vinto la paura di andare a nuove elezioni e veder vincere, forse stravincere l’estrema destra e il partito degli astensionisti.
Ma l’operazione non è certo priva di rischi. Gli elettori tedeschi, infatti, avevano a settembre bocciato un nuovo Governo di coalizione CDU-SPD.
Ecco perchè, dopo il fallito tentativo di una coalizione Jamaika tra la Cancelliera, i liberali e i verdi, Schulz aveva sostenuto che la Spd non avrebbe più accettato di aprire un negoziato per una “grosse koalition”.
Poi la retromarcia. Ma il dilemma resta aperto e verrà probabilmente dipanato al congresso SPD di dicembre, quando bisognerà verificare cosa penserà la base del partito verso un altro Governo con la Merkel. Così come non è possibile escludere che in quella sede, o forse anche prima, l’ex Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, deciderà di dimettersi.