La “grande coalizione” che governerà la Germania per i prossimi quattro anni non sarà una mera riedizione delle due precedenti intese tra Cdu e Spd anche e soprattutto perché i due partiti, stavolta presentano due volti femminili, Angela Merkel e Andrea Nahles. Mai nella storia tedesca i due maggiori partiti di governo erano stati guidati da donne. In questo caso due figure molto simili, per alcuni tratti, e quasi opposte, in altri.
Diretta, impulsiva, a volte quasi “sgarbata” con il suo tono di voce alto , la leader dell’Spd. Invece pacata, osservatrice, non decisionista la cancelliera. A unire però Andrea e Angela non c'è solo la potente ambizione personale ma c'è in particolare il destino della creatura che loro stessi hanno plasmato, destino legato a doppio filo a quello dei due partiti che la costituiscono. Obbiettivo comune è non far naufragare la “grosse coalition” al primo scoglio.
La chiave del successo del nascente esecutivo potrebbe risiedere proprio nelle personalità delle due leader. Infatti, le divergenze politiche tra i conservatori e i socialdemocratici sono considerevoli e potrebbero essere smussate proprio dalla cancelliera e dalla leader dell’Spd.
D'altronde le due donne si conoscono bene e hanno interagito strettamente nel precedente gabinetto. La Nahles è stata ministro del lavoro e ha sempre tenuto un profilo collaborativo con la cancelliera, informandola di ogni iniziativa, cosa non scontata. In cambio ha ricevuto l’appoggio della Merkel quando ha varato provvedimenti scomodi per le fasce che appoggiano la Cdu, come il pacchetto pensionistico del 2014.
Ora la Nahles ha scelto di star fuori dal governo, per rimanere al timone di una Spd in acque agitate dopo il disastroso esito elettorale dell’autunno 2017. “Un impegno erculeo” lo ha carezzevolmente definito la Merkel in un fuorionda colto mentre stava parlando con alcuni maggiorenti della Cdu, proprio durante i negoziati per la “grande coalizione”.