Il più grande istituto di credito tedesco, Deutsche Bank, ha confermato di aver spostato gran parte della sua attività da Londra a Francoforte. "Prevediamo che anche altre banche seguiranno questa scelta", ha dichiarato Frank Hartmann, portavoce della banca.
Londra è stata a lungo il principale intermediario tra compratori e venditori di prodotti finanziari con un prezzo in euro. Il volume che attraversa la capitale è enorme: circa 1,5 trilioni di dollari scambiati alla City ogni giorno, che ora sono messi seriamente a rischio dalla Brexit.
Francoforte e Parigi si mostrano pronte a cogliere l’occasione, ben sapendo di poter contare sul sostegno della Bce, che ha per lungo tempo sostenuto che le intermediazioni in euro sarebbe preferibile avvenissero in un paese dell’eurozona.
Se Londra dovesse subire un massiccio esodo dalla City, 83 mila posti di lavoro – come mostra uno studio del 2016 commissionato dalla Borsa londinese - potrebbero essere persi nel Regno Unito nell'arco di sette anni. La questione ha un peso anche perché il settore finanziario e dei servizi connessi rappresenta il 12% del Pil del Regno Unito.
Ma l'esodo non è poi così scontato. Il paradosso è che la decisione della banca tedesca non avrà alcun impatto sui dipendenti di Deutsche Bank. “Le funzioni sono digitali e automatizzate: è letteralmente la stessa persona a Londra che preme da lunedì scorso un pulsante diverso", ha spiegato Hartmann con freddezza teutonica. Deutsche Bank ha 98 mila dipendenti in tutto il mondo, tra cui 7 mila nel Regno Unito e 30 mila in Germania. Nulla potrebbe forse cambiare per loro, mentre per la City sarebbe un clamoroso passo indietro.