Come i cittadini britannici possono riconquistare il controllo democratico sulla Brexit che si sta rivelando un processo complesso, opaco e piuttosto irrazionale? Si pone la domanda Yanis Varoufakis. Sebbene le decisioni prese collettivamente debbano essere costantemente rivalutate alla luce di nuove prove, nelle attuali circostanze nulla sarebbe più velenoso per la democrazia britannica di un secondo referendum. È l’opinione dell’economista greco.
Entrambe le parti, "leavers" e "remainers", si sentono tradite. Gli scozzesi e il popolo dell'Irlanda del Nord sono ostaggi di una faida inglese. La percezione dei giovani è che gli anziani abbiano dirottato il loro futuro, mentre questi ultimi si sentono ignorati dagli addetti ai lavori.
E non si vede la luce fuori dal tunnel. Almeno cinque opzioni sono ancora sul tavolo. Boris Johnson spinge per una Gran Bretagna fuori dall'Ue. Il primo ministro Theresa May insiste per spingere Bruxelles ad accettare una relazione che lasci ampi gradi di libertà al Regno Unito e piuttosto ristretti all’Ue. Il partito laburista propone che Londra resti all'interno di un'unione doganale con l'Ue ma non all'interno del mercato unico. Un'altra proposta, sostenuta dal movimento DiEM25, prevede che il Regno Unito lasci l'Ue ma resti sia nell'unione doganale che nel mercato unico per un periodo di cinque anni in modo tale da ridurre gli effetti sui britannici di una traumatica separazione. Ci sono, poi, coloro che sperano ancora che la Gran Bretagna resti all’interno dell’Ue.
I referendum, tuttavia, non sono progettati per vagliare cinque alternative. E indirne un altro rappresenterebbe una minaccia per la democrazia. Perché, in sostanza, si direbbe ai cittadini del Regno Unito: "Avete preso la decisione sbagliata. Ora tornate indietro e scegliete l’opzione corretta". Così facendo, si confermerebbe il sospetto che la democrazia funziona a corrente alternata.
Quindi, i britannici come possono riprendere il controllo sulla Brexit? La risposta corretta potrebbe essere quella suggerita dal leader laburista Jeremy Corbyn: indire nuove elezioni politiche.