Il Parlamento inglese ha bocciato con un'ampia maggioranza (391 contrari, 242 favorevoli) il nuovo piano presentato da Theresa May per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Un esito che è sembrato inevitabile, nonostante la trasferta last minute della premier a Strasburgo per strappare all'Europa rassicurazioni legalmente vincolanti sul backstop, la controversa clausola di assicurazione voluta dall'Ue sull'Irlanda del Nord.
Ci aveva già pensato nel corso della mattinata l'attorney general Geoffrey Cox, il massimo legale del governo di Theresa May, ad affossare gli sforzi della premier. Cox ha confermato la "validità legale" delle nuove concessioni ma allo stesso tempo, pur difendendo le ultime modifiche inserite nell'intesa con Bruxelles e chiedendo alla Camera di votare il piano del governo, ha sottolineato che il Regno Unito non avrà comunque la possibilità di uscire unilateralmente dal regime di backstop e che i rischi che Belfast resti in qualche modo legata all'Ue a tempo indeterminato non sono sostanzialmente cambiati. E per portare l'Ue davanti a un arbitrato in caso di abuso sul backstop, bisognerà dimostrare la "cattiva fede" degli europei, cosa non facile.
Si aprono a questo punto due scenari: rinvio della Brexit oppure uscita senza accordo. Si conclude in modo amaro il giorno più lungo per Theresa May. E per il suo paese si apre una prospettiva difficile in entrambi i casi.