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Il numero di vittime è ignoto su entrambi i fronti della guerra in Ucraina. Ma ora, a due anni e mezzo dallo scoppio del conflitto, il Wall Street Journal ipotizza un bilancio complessivo di un milione di vittime, tra morti e feriti.
La testata cita una stima confidenziale che parla di 80mila morti e 400mila feriti ucraini e un’altra, meno precisa, di 200mila morti e 400mila feriti russi. Il totale supera (come detto) il milione di vittime: più di qualsiasi altro conflitto in corso in questo momento.
Una tragedia di queste proporzioni (le cui cifre sono tenute segrete per proteggere il morale della popolazione civile), sia a Mosca sia a Kiev, avrà conseguenze demografiche e psicologiche durature in entrambi i paesi.
Tornando all’oggi, la Russia non è pronta a rinunciare alle sue conquiste territoriali (la Crimea nel 2014 e una parte dell’est e del sud dell’Ucraina dal 2022), mentre Kiev non vuole sedersi al tavolo dei negoziati in una posizione di debolezza.
Tutto questo potrebbe cambiare dopo le elezioni statunitensi del 5 novembre. L’Ucraina rischia infatti di perdere il sostegno americano, come dimostra il fatto che JD Vance, candidato alla vicepresidenza di Donald Trump, abbia appena presentato un piano di pace che somiglia molto alla lista delle rivendicazioni del Cremlino e sancirebbe le conquiste territoriali russe.
Il possibile cambiamento nei rapporti di forza mondiali è uno dei motivi per cui gli scontri sul campo si stanno intensificando, una situazione che probabilmente andrà avanti fino all’inverno.
Ci sono, poi, gli effetti finanziari. Nei giorni scorsi, alcune voci su un negoziato in corso hanno fatto crollare le azioni dell’industria della difesa sui mercati.
