Scholz e Macron si sono incontrati a Parigi. Una colazione di lavoro al posto dell’annuale bilaterale fra il Gabinetto francese e quello tedesco previsto per il 26 ottobre a Fontainebleau, ma annullato all’ultimo momento e posticipato a gennaio.
Agende troppo piene, il motivo ufficiale del rinvio. Agende troppo in disaccordo, in realtà. Una cosa è piuttosto evidente: fra Berlino che incolpa Parigi per aver fatto saltare il Midcat (il nuovo gasdotto che avrebbe potuto portare altro gas dalla Spagna al resto d’Europa) e Parigi che accusa Berlino di favorire i progetti di difesa statunitensi, non mancano i nodi da sciogliere.
Numerosi i temi scottanti sul tavolo: dalla gestione della crisi energetica, alle carenze europee in materia di difesa, fino all’approccio da adottare nei confronti della Cina, dove Scholz si recherà a breve con una delegazione tedesca, non europea, e avendo rifiutato l’offerta francese di unire le delegazioni.
Berlino non ha ancora abbandonato l’idea di “attrarre” Pechino con commercio e investimenti. Il motivo è evidente: il mercato cinese pesa molto di più per i tedeschi che per i francesi (rispettivamente, 7,6% e 4,8% delle esportazioni totali).
Ma in Europa a dividere è principalmente la questione energetica: mentre da una parte Parigi sostiene (insieme all’Italia) un tetto europeo al prezzo del gas, proprio l’Eliseo ha fatto da poco saltare i piani del Midcat, il nuovo gasdotto che avrebbe potuto portare altro gas dalla Spagna al resto d’Europa. Nonostante la colazione di Parigi, le due maggiori economie europee restano per ora disallineate.