Il tesoro dell’Iran resta congelato nelle banche estere

Teheran ha chiesto a Tokyo di liberare i miliardi di beni iraniani bloccati nelle banche giapponesi in seguito alle sanzioni statunitensi. Ma a essere implicata non è soltanto la terza economia al mondo

Il tesoro dell’Iran resta congelato nelle banche estere

Il ministro degli Esteri del Giappone, Toshimitsu Motegi, ha incontrato il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, il 22 agosto, a Teheran, dove hanno siglato un accordo sulla cooperazione doganale.

Nel bilaterale sono stati anche affrontati altri importanti nodi. Motegi ha chiesto a Raisi di far riportare il proprio Paese nel solco del Joint comprehensive plan of action (Jcpoa), noto come accordo sul nucleare iraniano, mentre Raisi ha reclamato il rilascio dei beni iraniani congelati nelle banche nipponiche a causa delle sanzioni statunitensi.

In Giappone, sono presenti 3 miliardi di fondi iraniani bloccati in seguito alle sanzioni imposte da Washington contro i settori bancario ed energetico iraniani nel 2018, successivamente all’abbandono del Jcpoa da parte di Washington. Ma non c’è solo il Giappone. Ad oggi, l’Iran possiede decine di miliardi di dollari di beni provenienti in larga parte dalle esportazioni di petrolio e gas bloccati nelle banche di numerosi paesi.

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