A Washington è terminata la convention “Conservative Political Action Conference” (Cpac). È in questa fase che si comincia a definire il cammino delle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali del 2024. Il protagonista della serata è stato Donald Trump.
Lui e solo lui potrà far finire la guerra in Ucraina e ci riuscirà in 24 ore. L’ex presidente si è scagliato contro i soliti bersagli (tra i quali i “procuratori (vicini ai, ndr) democratici corrotti” che lo “perseguitano” insieme all’Fbi, “l’intelligence faziosa e corrotta”), ha rispolverato il suo slogan “America first” e difeso gli assalitori di Capitol Hill in carcere, definiti “patrioti trattati peggio di chiunque altro, tranne me”.
Una strategia vincente, o quantomeno così sembra. Il risultato del cosiddetto straw poll (il sondaggio informale) della Cpac evidenzia numeri inattesi: Trump conquista il 62% delle preferenze. Il governatore della Florida Ron Desantis, considerato il rivale principale di Trump sebbene non abbia ancora ufficializzato la sua candidatura, si ferma al 20%.
Nonostante l’esito disastroso delle elezioni di midterm, Trump è molto più forte di quanto si pensasse e sarà probabilmente lui a sfidare Joe Biden nel 2024. C’è un altro elemento da considerare. Il 79% dei rappresentanti repubblicani presenti disapprova gli aiuti, militari e non, all’Ucraina. Numeri in linea con quelli del sostegno a Trump.
Sulla Cina il tycoon ha ricordato che, se verrà eletto, ne bloccherà l’import per quattro anni, togliendo a Pechino lo status speciale di partner commerciale.