Ecco i prescelti per i posti più delicati e importanti della prossima amministrazione Trump.
Elon Musk, a capo del Doge. È il personaggio più ingombrante dell’entourage di Donald Trump ma il tycoon almeno per ora non sembra soffrirne anzi, dopo la vittoria, ha detto che Elon Musk è un genio da proteggere. Assieme a un altro ricco imprenditore, Vivek Ramaswamy, Musk dirigerà il Department of Government Efficiency (Doge), il Dipartimento dell’efficienza che non farà parte dell’amministrazione ma sarà un organismo esterno di consulenza con ampia influenza: “Indicherà gli sprechi e dove tagliare, lotterà contro la burocrazia di Washington, dirà come ristrutturare le agenzie federali, combatterà gli eccessi di regolamentazione” ha detto Trump. Musk è l’uomo più ricco del mondo e possiede aziende strategiche che vanno dall’auto elettrica (Tesla), allo spazio (SpaceX), al cervello umano collegato ai microchip (Neuralink), ai social network (X, ex Twitter). Musk, nato in Sudafrica, 12 figli, ha votato Obama, Hillary Clinton e Joe Biden. Da giovane ha lasciato un corso di laurea in fisica a Stanford per fondare due start-up tecnologiche durante il “boom delle dotcom” degli anni ’90: una società di software web e una società di servizi bancari online che alla fine divenne PayPal, che fu venduta a eBay nel 2002 per 1,5 miliardi di dollari. Da qui l’inizio della sua immensa fortuna.
Robert F. Kennedy Jr., come segretario della salute. “Sono entusiasta – scrive Trump sul suo social - di annunciare Robert F. Kennedy Jr. come segretario della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti (Hhs). Per troppo tempo gli americani sono stati schiacciati dal complesso alimentare industriale e dalle aziende farmaceutiche, sono stati coinvolti in inganni, disinformazione e informazioni errate quando si tratta di salute pubblica. La sicurezza e la salute di tutti gli americani sono il ruolo più importante di qualsiasi altro nell’amministrazione e l’Hhs svolgerà un ruolo importante nell’aiutare a garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla travolgente crisi sanitaria in questo Paese”.
Marco Rubio, segretario di Stato. È considerato un falco in politica estera. Fortemente critico nei confronti di Cina e Iran, che considera i principali avversari degli Stati Uniti, è stato invece ambivalente riguardo al sostegno all’Ucraina, anche se ha ripetuto la posizione di Trump secondo cui la guerra con la Russia deve finire.
Susie Wiles, capo dello staff. Sarà la donna più potente di Washington, la prima a ricoprire questo ruolo cruciale per ogni amministrazione e ogni presidente. È passata dal coordinare la campagna della Florida di Trump nel 2016 a essere un senior adviser nel 2024.
Pete Hegseth, segretario alla Difesa. Un conduttore televisivo della tv amica Fox News a guidare tre milioni di dipendenti tra cui 1,3 milioni di militari. Quella di Pete Hegseth, 44 anni, è forse la nomina più scioccante di questa neonata amministrazione Trump II. Il nuovo segretario alla Difesa, quindi capo del Pentagono, è un ex capitano veterano in Iraq, Afghanistan e Guantanamo che, scrive Politico, a Washington non conosce nessuno. Non è un politico con qualche esperienza né un rispettato generale, ma un opinionista con lauree a Princeton e Harvard e un passato nell’esercito che si è dimostrato un fedelissimo di Trump e dell’America First.
Kristi Noem, Homeland Security. Si è molto parlato di lei perché ha confessato di aver ucciso il suo cane. “Non era addestrabile”, ha scritto nel suo memoir. Ora di Kristi Noem, 52 anni, quattro figli, governatrice del South Dakota, si parla perché è la prossima capa dell’Homeland security, il dipartimento che in America controlla le frontiere, si occupa di immigrazione, anti-terrorismo, cybersecurity, disastri naturali.
Matt Gaetz, ministro della Giustizia. Un parlamentare di estrema destra, trumpiano fino al midollo, convinto anti-abortista, è il prossimo ministro della Giustizia. Il profilo di Matt Gaetz, 42 anni, è perfetto per portare avanti l’agenda del presidente eletto su immigrazione e criminalità. Trump vuole trasformare radicalmente il Dipartimento di Giustizia e Gaetz è pronto ad accontentarlo.
Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Un altro uomo della Florida. Un altro falco. Un ex berretto verde, eletto per tre volte al Congresso, che si è distinto per posizioni intransigenti in tema di sicurezza nazionale. Al contrario degli altri prescelti, però, Michael Waltz ha un passato di relazioni con il vecchio partito repubblicano, è stato consulente dei segretari alla Difesa Donald Rumsfeld e Robert Gates. Ha consigliato anche l’allora vicepresidente Dick Cheney sull’antiterrorismo. È andato in pensione con il grado di colonnello dopo aver prestato servizio per 27 anni nell’esercito e nella guardia nazionale. Membro delle commissioni per le forze armate, l’intelligence e gli affari esteri, ha rimproverato gli alleati Nato per non aver rispettato i loro impegni di spesa militare e ha adottato una linea dura nei confronti di Cina e Iran. Ha rimproverato aspramente anche Biden per il precipitoso ritiro dall’Afghanistan.
Tulsi Gabbard, direttrice della National Intelligence. Tulsi Gabbard era una deputata democratica che è passata al partito repubblicano per appoggiare Donald Trump. Ora sarà la direttrice della National Intelligence, questo vuol dire che supervisionerà le più importanti agenzie di Intelligence: FBI, CIA, NSA, (sono 18 in tutto). Vuol dire anche gestire un budget di 70 milioni di dollari. Le si rimprovera la mancanza di esperienza e soprattutto di aver fatto da cassa di risonanza alla propaganda di Putin.