“Oggi negli Stati Uniti sta prendendo forma un’oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza”: è questo il monito più forte lanciato dal presidente Joe Biden nel suo discorso d’addio alla nazione dallo Studio ovale, poco prima dell’insediamento di Donald Trump.
Un intervento in diretta tv di soli 20 minuti in cui, chiudendo una carriera politica di 50 anni, Biden ha rivendicato i successi della sua presidenza per cementare la propria eredità e lanciato una serie di avvertimenti sui rischi per la democrazia.
A partire dalla formazione di un’oligarchia di miliardari, quella corte di ceo che si sta coalizzando intorno al suo erede: da Elon Musk a Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, anche se non li ha nominati.
Citando i moniti del presidente Dwight Eisenhower sul complesso militare-industriale quando lasciò l’incarico, Biden ha detto di essere “altrettanto preoccupato per la potenziale ascesa di un complesso tecnologico-industriale che potrebbe rappresentare un pericolo reale anche per il nostro Paese”.
Biden ha lanciato altri due moniti: uno contro le “forze potenti che vogliono esercitare la loro influenza incontrollata per eliminare le misure che abbiamo adottato per affrontare la crisi climatica”; l’altro contro la valanga di disinformazione che ha seppellito gli americani, tra il “crollo della libertà di stampa” e i social media che “rinunciano a verificare i fatti”, come ha annunciato recentemente anche Mark Zuckerberg per le sue piattaforme Meta.