La protesta contro l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano soffocato con un ginocchio da un agente bianco a Minneapolis, arriva alla Casa Bianca, dove si sono radunate centinaia di persone che chiedono giustizia per la vittima e denunciano la brutalità della polizia.
Le proteste hanno costretto la Casa Bianca al lockdown. I servizi segreti, per sicurezza, hanno deciso di chiudere la residenza presidenziale Usa anche alla stampa.
Centinaia di manifestanti hanno sfidato il coprifuoco a Minneapolis. I dimostranti si sono radunati nelle vie intorno alla caserma di polizia data alle fiamme nei giorni scorsi. Proteste sono registrate anche in numerose altre città statunitensi, da New York fino a Houston.
Intanto la famiglia di Floyd ha annunciato di volere un’autopsia indipendente. Quella ufficiale sostiene che “non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento. Gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte”.