La premier conservatrice Erna Solberg, che governava il Paese scandinavo dal 2013, ha ammesso la sconfitta nelle elezioni legislative appena svoltesi in Norvegia, vinte dalla sinistra guidata dal laburista Jonas Gahr Store, che si avvia a diventare il nuovo premier.
La tornata elettorale è stata dominata dal destino delle attività petrolifere del paese. Con 88 seggi, al momento, il partito laburista di Store, il probabile prossimo primo ministro, è addirittura sulla buona strada per assicurarsi la maggioranza assoluta con i suoi alleati più stretti, il partito di centro e la sinistra socialista, senza bisogno delle altre due forze d’opposizione, ambientalisti di MDG e comunisti di Rodt.
Questo dovrebbe facilitare i negoziati per formare un governo di coalizione. MDG, in particolare, aveva condizionato il suo sostegno alla fine immediata dell’esplorazione petrolifera nel paese, il più grande esportatore di idrocarburi dell’Europa occidentale, un ultimatum respinto da Store. Milionario di 61 anni che ha fatto una campagna contro le disuguaglianze sociali, il probabile capo del prossimo governo sta sostenendo (come i suoi avversari conservatori) un’uscita dolce e graduale dall’economia petrolifera.