Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune è stato rieletto per un secondo mandato con quasi il 95% dei voti in un’elezione caratterizzata da un basso tasso di partecipazione.
Nel 2019 Tebboune, 78 anni, aveva vinto le presidenziali con il 58% dei voti, ma con un tasso di partecipazione di appena il 40%. All’epoca le elezioni si erano svolte durante l’hirak, il grande movimento per la democrazia che aveva estromesso dal potere il presidente Abdelaziz Bouteflika.
Quest’anno solo due candidati si sono presentati contro Tebboune. Abdelali Hassani Chérif, leader del partito islamista moderato Msp, ha ottenuto il 3,2% dei voti, mentre Youcef Aouchiche, leader del Fronte delle forze socialiste ha incassato il 2,2% delle preferenze.
Con una mossa senza precedenti, gli staff dei tre candidati, compreso quello di Tebboune, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta la sera dell’8 settembre per denunciare “irregolarità e contraddizioni nei dati sull’affluenza”.
Tutti e tre i candidati affermavano di voler sostenere la ripresa dell’economia, che negli ultimi due anni è cresciuta del 4%, e di volerla rendere meno dipendente dagli idrocarburi.
Ma proprio grazie alle entrate delle esportazioni di gas naturale, Tebboune ha promesso di aumentare le pensioni e i salari, creare 450mila posti di lavoro e rendere l’Algeria “la seconda economia africana”.