Da una settimana, migliaia di algerini stanno protestando in tutto il Paese contro la decisione del Presidente Abdelaziz Bouteflika di candidarsi per un quinto mandato alle elezioni di aprile. L'81enne presidente è malato da tempo ed è in cura presso un ospedale svizzero. L'annuncio ha portato alle più grandi rivolte di piazza dai tempi della primavera araba del 2011. Bouteflika è presidente della nazione dal 1999 ma è quasi completamente assente dal 2013, quando fu colpito da un ictus. Cinque anni dopo, la sua salute resta un punto interrogativo.
Le difficili condizioni economiche in cui versa il Paese - il più grande per estensione dell'Africa e il nono Stato più popoloso del continente con oltre 42 milioni di abitanti - rendono lo scenario politico ancora più incandescente. Il 30% dei giovani algerini non ha lavoro, la disoccupazione per chi ha meno di 30 anni tocca punte del 54%. Il forte calo delle entrate in questo Paese dipendente dal petrolio - le riserve di valuta estera sono meno di 80 miliardi di dollari – ha poi peggiorato la situazione. L'Algeria ha ricevuto più di mille miliardi di dollari dai proventi del greggio nel periodo 2000-2013, ma la corruzione e la cattiva gestione hanno ostacolato la crescita e la competitività del paese su scala globale.
L'Algeria è allo stesso tempo un importante fornitore di energia per l'Europa. Il Paese è il terzo maggiore fornitore di gas all'Ue e l'Ue è il maggiore importatore di gas algerino. Dunque, una dipendenza biunivoca, che assume ancora più importanza vista l’instabilità cronica della vicina Libia.