Il governo russo continua a stringere la sua morsa sui media. Dopo il blocco dell’accesso ai social media come Facebook e Twitter e ai siti di informazione e l’approvazione di una legge che prevede multe e carcere per chi diffonde “fake news” sul conflitto in Ucraina, varie testate occidentali lasciano Mosca.
Tra queste Bloomberg, Abc, Cbs, Cnn. Anche la Rai, oltre a Mediaset, ha deciso la sospensione dei propri servizi dalla Russia. La Bbc ritira i suoi giornalisti dal Paese, toglie la firma alle corrispondenze e riapre le trasmissioni ad onde corte come ai tempi di Radio Londra. Anche l’emittente pubblica canadese Cbc/Radio-Canada ha annunciato di aver temporaneamente sospeso il lavoro dei suoi giornalisti nella Federazione.
La stretta sulla circolazione delle informazioni avviene attraverso il Roskomnadzor, l’agenzia che controlla le comunicazioni, che blocca di ora in ora l’accesso a numerosi media indipendenti e ha annunciato prima il blocco di Fb, poi quello di Twitter.
Lunga la lista dei siti a cui Mosca ha limitato l’accesso: Meduza, Svoboda, quello dell’emittente tedesca Deutsche Welle, il sito web in lingua russa fondato dagli Stati Uniti Radio Free Europe/Radio Liberty. Wikipedia, l’enciclopedia libera e partecipata è stata minacciata di blocco per un articolo sulle vittime civili e militari.