La vita di Giulio Regeni è stata spezzata dopo giorni di interminabili sevizie e tormenti inflitti in una stanza dell’orrore. La numero 13, al primo piano di un villino degli anni ‘50 nel centro del Cairo. A due chilometri in linea d’aria dall’ambasciata italiana, cui dal 25 gennaio al 3 febbraio 2016 le autorità egiziane avevano ripetuto di ignorare dove fosse quel giovane ricercatore.
Gli uomini che portano la responsabilità del sequestro, delle torture e dell’ omicidio di Giulio sono quattro ufficiali della National Security Agency: Sabir Tariq, generale presso il Dipartimento della sicurezza nazionale; Ibrhaim Kamel Athar, colonnello, direttore di ispezione presso la Direzione della sicurezza di Wadi-Al-Jadid; Helmy Uhsam, colonnello, già in forza alla Direzione della sicurezza nazionale; Sharif Abdelal Maghdi, maggiore del servizio presso la sicurezza nazionale.
La procura di Roma ne chiede il giudizio.