La foto della cima dell’Everest affollata da oltre 300 scalatori in fila uno dietro l’altro, postata nei giorni scorsi su Instagram da Nirmal Purja e divenuta virale, ha riacceso i riflettori su ciò che sta accadendo in alcuni, tra i più belli, luoghi del mondo.
Nel caso dell’Everest un’esasperata economia del turismo ha creato una situazione paradossale sintetizzata nell’immagine che fotografa il “traffico” ed evidenziata dai dieci scalatori morti solo nell’ultima settimana.
Il capo dell’ufficio del turismo nepalese Danduraj Ghimire ha respinto le voci secondo le quali tra le cause di morte degli scalatori potrebbe esserci il sovraffollamento della cima e i lunghi tempi di attesa (fino a due ore di coda) per raggiungere la vetta.
Invece, il rischio c'è. Ad un’altezza di 8.848 ogni respiro contiene un terzo dell’ossigeno rispetto a quello che si trova al livello del mare. Nella foto diventata famosa si vedono circa 320 persone in fila indiana.