“Chiediamo al presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, e ai dirigenti del Congresso e della Magistratura di adottare misure immediate per proteggere le popolazioni indigene del Paese da questo devastante virus”.
Il più grande fotografo brasiliano e sua moglie, Sebastião Salgado e Lélia Wanick, hanno lanciato un appello affinché siano salvate dallo sterminio le popolazioni indigene.
Le comunità indios brasiliani sono tra quelle più a rischio a causa di difese immunitarie più basse per la vita isolata in luoghi remoti e per l’accesso praticamente inesistente alle strutture sanitarie.
Il lockdown voluto da Brasilia li ha respinti ancora più lontano e senza più alcuna protezione dai cercatori d’oro illegali e dagli agricoltori che disboscano senza essere stati autorizzati: in questo periodo le loro invasioni sono aumentate notevolmente per la paralisi da Covid nel governo.
“Le comunità native, alcune delle quali vivono isolate nel Bacino dell'Amazzonia, potrebbero essere completamente eliminate - scrive Salgado -. La loro situazione è doppiamente critica, perché i territori riconosciuti per loro uso esclusivo vengono invasi illegalmente da minatori, taglialegna e accaparratori di terre. Gli indios affrontano un rischio reale di genocidio.”
Il principale destinatario del messaggio di Salgado e Léila, il presidente Bolsonaro, finora ha negato la gravità del Covid-19. Negazionista anche sulla fragilità dei popoli amazzonici, non si è mai schierato dalla parte degli indios e mai ne ha riconosciuto l’esigenza di essere protetti.