Il 2022 è stato un anno infernale dal punto di vista degli incendi. In un solo anno, secondo i dati raccolti ed elaborati da Effis, European Forest Fire Information System, in Europa si sono verificati 2.709 incendi, una cifra che rappresenta più del triplo della media degli ultimi 17 anni.
Il fenomeno, facilitato da siccità e incremento delle aree a rischio, si inserisce nello scenario del cambiamento climatico e rappresenta una delle principali conseguenze dell’aumento delle temperature.
Si innesca infatti un circolo vizioso, per cui le ingenti masse di CO2 emesse dalla combustione delle foreste aumentano a loro volta il surriscaldamento globale.
Le emissioni totali provocate dagli incendi boschivi dell’Ue e del Regno Unito nel 2022 sono state pari a 9 megatonnellate di carbonio, equivalenti a quelle emesse da 10 milioni di automobili nello stesso periodo, il livello più alto registrato dal 2007. A sostenerlo è la Società Italiana di Medicina Ambientale.
Le combustioni dovute agli incendi sprigionano nell’atmosfera sostanze tossiche (pericolose dal punto di vista ambientale e sanitario) che possono ricadere nelle zone più o meno limitrofe all’incendio stesso.
Tra queste, le più pericolose sono gli idrocarburi policiclici aromatici, le diossine e i policlorobifenili, che possono permanere nell’aria e ricadere al suolo anche dopo lo spegnimento dell’incendio, nei pressi dell’area incendiata o anche a distanza sulla base dell’intensità e direzione dei venti.