
Questa volta Carlo Calenda e Matteo Renzi non c’entrano con il crollo del Terzo Polo. La cruda realtà ci dice, invece, che le calotte glaciali del mondo si stanno sciogliendo. Il cambiamento climatico sta accelerando questa tendenza, in particolare nell’Hindu Kush Himalaya, una regione nota appunto come Terzo Polo della Terra perché contiene il più grande volume di ghiaccio al di fuori dell’Artico e dell’Antartide.
Questa catena montuosa, che si estende per 3.500 chilometri e attraversa otto paesi, dall’Afghanistan al Myanmar, si sta riscaldando circa tre volte più velocemente della media globale. Se le temperature saliranno di 3° Celsius rispetto ai livelli preindustriali entro la fine di questo secolo, fino al 75% dei ghiacciai della regione si scioglierà, riducendo la disponibilità di acqua, compromettendo la sicurezza alimentare ed energetica e aggravando la perdita di biodiversità.
Lo scioglimento dei ghiacciai minaccia quindi danni irreversibili alle comunità vicine e alle economie locali. Ma alimenterebbe anche l’instabilità in tutto il mondo aumentando la migrazione, interrompendo il commercio e causando l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Con il ritiro dei ghiacciai, ci sarà troppa poca acqua, un problema che si prevede colpirà l’Hindu Kush Himalaya entro il 2050. La diminuzione dei flussi fluviali renderà più difficile irrigare i raccolti in un’area che produce circa un terzo del riso mondiale e un quarto del grano.
I sistemi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari diventeranno difficili da mantenere, aggiungendosi al miliardo di persone che già non hanno accesso ai servizi igienici di base nella regione. Anche l’insicurezza alimentare peggiorerà quasi sicuramente, mentre le comunità e persino intere industrie dovranno probabilmente migrare in cerca di acqua dolce.