I grandi fondi statunitensi - JPMorgan Asset Management, State Street Global Advisors, Pimco, BlackRock - hanno messo la retromarcia sugli investimenti verdi.
L’alleanza Climate Action 100+ (forse la più importante per la finanza sostenibile con oltre 700 investitori istituzionali e asset totali per circa 68mila miliardi di dollari) mostra evidenti segni di cedimento.
Con l’avvicinarsi delle presidenziali statunitensi, il posizionamento di Wall Street è mutato: stop al sostenibile. Poco meno di 5 miliardi di dollari sono stati ritirati dai fondi Esg a stelle e strisce solo tra ottobre e dicembre, per un totale su base annua di 13 miliardi.
Bank of America, ad esempio, due anni fa aveva promesso, di fronte agli investitori, di non finanziare più le miniere di carbone, le centrali energetiche con combustibili fossili e la perforazione dell'Artico.
A inizio febbraio, la retromarcia. Anche Goldman Sachs e Citi starebbero riflettendo sulle opportunità di uscire dall’alleanza Climate Action 100+.
Oltre ai rendimenti mediocri, dopo il boom del 2019-2020, a spaventare i big della finanza a stelle e strisce probabilmente è anche il greenwashing in assenza di una regolamentazione chiara per gli investimenti Esg e sostenibili. Ma a pagarne le conseguenze sarà tutto il mondo che vede la corsa verso la transizione energetica e ambientale rallentare.