La California è un sogno o quantomeno lo sembra: cresce tanto e inquina poco. Negli ultimi 25 anni la crescita economica e la popolazione dello Stato sono aumentati costantemente, mentre i tassi di emissione di anidride carbonica procapite sono rimasti stazionari.
Dal 2006, quando la California ha approvato un’importante legge sul riscaldamento globale, il Pil pro capite dello stato è aumentato di 5 mila dollari (quasi il doppio della media nazionale) e la crescita dell'occupazione ha superato del 27% quella media degli Usa, mentre le emissioni procapite di CO2 sono diminuite del 12%, secondo il Green Innovation Index del think tank Next10. Oggi, la California è lo stato che emette meno gas serra negli Stati Uniti.
Eppure non va tutto bene. La classe media è diminuita dal 60% della popolazione nel 1980 al 48% di oggi. Ed è scivolata verso il basso, come conferma il coefficiente di Gini, che misura la disuguaglianza di reddito: la California evidenzia il 7° più alto tasso di disparità di reddito negli Usa. Lo Stanford Institute for Poverty and Inequality e l'Istituto di politica pubblica della California affermano che oltre il 40% dei californiani sono "poveri o quasi poveri". Il modello californiano, pertanto, suggerisce che i combustibili fossili non sono più imprescindibili per la crescita, ma per risolvere il problema della distribuzione occorre altro.