Fusioni fallite, tentativi di privatizzazione, ingressi di compagnie straniere e newco: negli anni il destino di Alitalia è stato spesso appeso a un filo. La compagnia di bandiera è ora giunta al capolinea: giovedì 14 ottobre l’ultimo volo.
E il conto è salato. Lo Stato italiano ha versato nel corso di 47 anni nelle casse di Alitalia oltre 13 miliardi, dei quali 7,4 tra il 1974 e il 2014.
L’altra faccia della medaglia è che dal 15 ottobre Ita decolla e diventa operativa con una flotta di 52 aerei. Nel 2022 la flotta crescerà fino a 78 aeromobili. Numero che salirà a 105 nel 2025.
Ita avvia le proprie operazioni nel 2021 con un numero di dipendenti, assunti per gestire l’attività ‘Aviation’, pari a 2.750-2.950, che salirà a fine 2025 a 5.550-5.700 persone.
Previsto a conclusione del piano (2025) l’impiego di 2.650-2.700 lavoratori per la parte ‘Ground Handling’ e 1.100-1.250 risorse nell’area che attiene alla manutenzione.
La nuova compagnia serve 45 destinazioni con 61 rotte che saliranno, rispettivamente, a 74 e 89 nel 2025, a conclusione del processo di ribilanciamento dei voli verso il settore del lungo raggio.
Nel loro complesso sono cifre modeste rispetto ad Alitalia. A tal punto che a sostituire l'ex compagnia di bandiera non sarà Ita, bensì Ryanair.