Un raggio di sole si fa largo in una fase piuttosto grigia della vita del listino di Piazza Affari e del suo indice più rappresentativo, il Ftse Mib, che riunisce le maggiori 40 società quotate.
Ora l’ingresso in questo ambìto consesso di Erg – il cui titolo vale 4,5 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari e da inizio anno ha già centrato una crescita del 4,7% - è uno dei segni più evidenti che qualcosa sta forse cambiando.
E che la transizione energetica può diventare una concreta realtà (anche se alcuni osservatori continuano a parlare di “illusione di una crescita economica verde”, indicando come unica soluzione possibile la riduzione dei consumi e la modifica dei modelli di comportamento).
Tornando su un piano più prosaico, nel 2008 il gruppo genovese abbandonò il petrolio cedendo Priolo a Lukoil e investendo il ricavato nelle rinnovabili: eolico, dove attualmente è leader in Italia, e fotovoltaico. E adesso il titolo è entrato nell'indice Ftse Mib. Ed Erg è diventata una ‘blue chip’.
Il termine ha origine negli Stati Uniti. È un termine comunemente usato in Borsa, ma presa a prestito dal gergo del gioco d’azzardo. Nel poker, infatti, blue chip (gettone blu) è la fiche cui si attribuisce il valore più alto che nei mercati finanziari si traduce nelle azioni delle società di maggior valore.
È una sorta di titolo ‘nobiliare’ riconosciuto dal mercato, anche se soggetto a frequenti revisioni. Sono blue chip non le azioni più costose, ma le azioni di aziende di grandi dimensioni che hanno una certa stabilità e, soprattutto, una tradizione consolidata di distribuzione e crescita dei dividendi. Una scommessa che si può vincere puntando sulle rinnovabili.