Ci sono due piani. C’è quello della ‘guerra’ ufficiale tra le amministrazioni delle prime due economie al mondo. C’è poi quello reale. Ford ha firmato un accordo con PT Vale Indonesia (il Paese orientale ha la più grande riserva di nichel al mondo) e la cinese Zhejiang Huayou Cobalt per costruire un impianto di lavorazione del nichel, del valore di circa 4,5 miliardi di dollari.
L’operazione dell’Ovale Blu dovrebbe consentire la produzione di 120mila tonnellate all’anno di precipitato misto di idrossido, materiale estratto dal minerale di nichel che verrebbe utilizzato nelle batterie per veicoli elettrici.
Anche Tesla si muove. La casa automobilistica di Elon Musk studia piani per fabbricare batterie in Texas su licenza del colosso cinese CATL, che controlla il 40% delle quote di mercato globali (dati 2022). Tesla sembra voler seguire la strada di Ford, che in febbraio ha annunciato di voler realizzare un impianto in Michigan sempre con CATL.
Il gigante cinese produce batterie al litio ferro fosfato, una chimica più economica delle batterie a base di nichel utilizzate in occidente. Sia Ford che Tesla produrrebbero su licenza. Una mossa che consente di dribblare le regole dell’Inflation Reduction Act (IRA), che definiscono i crediti di imposta a cui un produttore ha diritto se è fedele al made in Usa.