Il fascino del pilota automatico di Elon Musk ha subito una preoccupante, ulteriore, frenata. I risultati del primo trimestre sono eloquenti in senso negativo. Così come il nervosismo del fondatore di Tesla, che anziché scagliarsi contro gli analisti rei di aver posto domande “noiose e prive di significato”, farebbe bene a preoccuparsi per lo stato di salute della sua creatura.
I dati trimestrali indicano che le perdite hanno toccato i 710 milioni di dollari. Musk sostiene che conta la strategia di lungo termine. In effetti è così, purché si riesca a superare il breve e medio periodo.
Uno dei punti di debolezza del boss di Tesla è il mancato, e sistematico, raggiungimento dei livelli di produzione programmati. E, poi, il ceo si contraddice, come quando sostiene di non voler raccogliere capitali sul mercato privato e, poi, lo fa.
Musk sta ora cercando di tagliare le spese in conto capitale del 12%, raddoppiare la produzione del Model3 e lavorare su nuovi modelli di auto e camion. Ma tutto continuando a bruciare capitali.
La sensazione è che l'amministratore delegato creda di poter convincere analisti e investitori semplicemente perché debbono fidarsi della sua opinione. E quando qualcuno gli ha fatto notare che sarebbe “meglio raccogliere capitali quando non è necessario" la risposta è stata: "Non sono d'accordo ...e comunque non voglio”. Questo atteggiamento non aiuterà probabilmente la causa di Tesla.