Il colosso farmaceutico statunitense Moderna ha firmato un accordo per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di vaccini a mRna nella Repubblica Popolare Cinese, sebbene le relazioni tra Washington e Pechino siano (ufficialmente) in fase di peggioramento.
Secondo la testata cinese Yicai Global, la società di Cambridge in Massachusetts si appresterebbe a investire fino a un miliardo di dollari sul territorio del primo rivale commerciale degli Stati Uniti.
Moderna non ha ancora confermato l’ammontare del progetto, ma ha dichiarato che qualsiasi farmaco prodotto nell’ambito dell’accordo sarà impiegato solo nella Cina continentale e non potrà essere esportato.
La biotecnologia anche per Pechino, che punta a costruire una catena di approvvigionamento domestica, è un settore strategico con profonde implicazioni per la sicurezza nazionale. E come nell'industria automobilistica, è probabile che la Cina spalanchi le porte alle aziende straniere solo se l’operazione avvantaggi i giocatori locali.
Poi, nel corso del tempo, i concorrenti stranieri finiscono per ritrovarsi in difficoltà mentre quelli nazionali si impadroniscono di quote di mercato in patria e si espandono in nuovi mercati all’estero. Dopo l’automotive, una dinamica simile potrebbe avvenire anche nelle biotecnologie.