Il vettore statunitense Alaska Airlines lascerà temporaneamente a terra la sua flotta di 65 Boeing 737 MAX 9. La decisione arriva dopo che lo scoppio di un pannello della cabina ha costretto un jet di linea a effettuare un atterraggio di emergenza il 5 gennaio 2024.
Il volo 1282 dell’Alaska Airlines, diretto a Ontario, in California, ha subito l’incidente poco dopo la partenza ed è atterrato in sicurezza a Portland, in Oregon. A bordo del velivolo, consegnato ad Alaska Airlines a fine ottobre e certificato all’inizio di novembre, si trovavano 171 passeggeri e sei membri dell’equipaggio.
Nel frattempo, anche la Federal Aviation Administration (Faa), l’ente Usa preposto alla sicurezza aerea, ha annunciato di aver ordinato la messa a terra temporanea di alcuni aerei Boeing 737 Max 9 dopo l’incidente su un volo dell’Alaska Airlines. L’amministratore della Faa Mike Whitaker ha spiegato che l’agenzia richiederà ispezioni immediate di alcuni aerei prima che possano tornare in volo. L’ordine riguarda 171 velivoli in tutto il mondo.
Il National Transportation Safety Board, l’agenzia governativa che indaga sugli incidenti nel trasporto, ha dichiarato che sta approfondendo il caso di depressurizzazione. Anche la Federal Aviation Administration, l’agenzia che sovrintende il trasporto aereo, ha sottolineato che l’equipaggio aveva segnalato un problema di pressurizzazione.
Torna, dunque, nel mirino il Boeing 737, il modello che ha dato più di una preoccupazione all’omonimo colosso dell’aviazione di Seattle. Il velivolo era tornato operativo a inizio 2023, a quattro anni di distanza dai due incidenti aerei che tra 2018 e 2019 costarono la vita a 346 persone.