L’assistente vocale di casa Amazon, Alexa, lanciato 10 anni fa, è un enigma. Da un lato, il successo in termini di utenti raggiunti è clamoroso. Dall’altro, i ricavi non sono altrettanto rilevanti.
Tra il 2017 e il 2021, Amazon ha registrato perdite per oltre 25 miliardi di dollari nel settore dei dispositivi. Un modello di business evidentemente non proprio perfetto, lanciato sotto la guida dell’ex ceo e fondatore Jeff Bezos, e proseguito con l’attuale amministratore delegato, Andy Jassy. Il vero punto ora è capire se un’Alexa a pagamento può avere successo. I dubbi ci sono.
L’idea iniziale, del resto, era un’altra: Bezos puntava sulla capacità di Alexa di impattare sugli ordini su amazon.com, grazie alla possibilità di effettuare acquisti semplicemente con la voce. Invece negli anni Alexa è diventata fedele compagna della domotica domestica, con applicazioni gratuite che, ad esempio, consentono di accendere o spegnere una luce.
Al paradosso tanti utenti-pochi ricavi, se ne aggiunge un altro: Alexa è uno degli assistenti virtuali più diffusi al mondo. E ora che l’intelligenza artificiale è pronta a sbarcare in questo settore, lasciar cadere il progetto sarebbe altrettanto paradossale.