Fusioni e acquisizioni, che passione. Il 2018 si avvia a essere – con una previsione di 5 mila miliardi di dollari di valore, l'anno record delle fusioni, battendo il precedente, il 2015.
I primi sei mesi del 2018 sono stati febbrili: un semestre da record che ha raggiunto i 2.500 miliardi di dollari. Tutti comprano tutto all'interno dei propri stati, ma anche con imponenti operazioni transfrontaliere.
La regola è il grande che compra il piccolo nel proprio settore. Attaccare per primi, mangiare tutto ciò che c'è di mangiabile nell'acquario, per ingrossarsi e tenere a bada i concorrenti. O estrometterli del tutto.
Ma c'è una nuova meta, figlia esclusiva di questa era digitale: comprare in altri settori del tutto diversi dal proprio, per entrare in nuovi terreni ed espandere il fatturato. E per tagliar fuori i concorrenti in due settori, quello di provenienza e quello di ingresso.
Il capostipite è stato Amazon. A giugno ha comprato una piattaforma on line di consegna farmaci a domicilio, PillPack. Jeff Bezos ha strapagato, un miliardo di dollari, per un operatore tutto sommato piccolo in confronto ai colossi della distribuzione farmaceutica come Cvs o Walgreens. Ma la semplice notizia dell'ingresso di Amazon ha sconvolto il settore e i due principali attori del settore della salute sono crollati in borsa.
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