Si sarebbe chiuso con una transazione da cinque milioni e mezzo di euro di danni il procedimento che vede sul banco degli imputati il colosso dell'auto Volkswagen, accusato per il suo sostegno e per la sua complicità nella dittatura militare in Brasile tra il 1964 e il 1985. Lo riferiscono i media brasiliani.
La multinazionale tedesca è accusata, in un processo che va avanti da anni, di aver agevolato le persecuzioni dei militanti politici che lavoravano nella controllata brasiliana della società automobilistica in cambio di una ‘politica salariale conveniente’.
Il denaro della transazione sarebbe così ripartito: il 50% agli eredi delle 62 vittime, e l’altra metà allo Stato che dovrebbe impegnare i fondi in programmi volti a diffondere la cultura dei diritti umani e documentare i fatti accaduti nelle fabbriche.