L'acquisizione di Monsanto da parte di Bayer è fissata per il 7 giugno. Si chiude, così, una discussa operazione da 63 miliardi di dollari. A comunicarlo è la stessa multinazionale tedesca, che ha ricevuto tutte le autorizzazioni richieste dalle autorità di regolamentazione statunitense ed europea.
Si tratta della maggiore acquisizione di un'impresa tedesca all'estero e arriva dopo un progetto al quale si è lavorato per due anni. "L'acquisizione di Monsanto rappresenta una pietra miliare strategica per rafforzare il nostro portafoglio di aziende leader nel campo della salute e della nutrizione: raddoppieremo le dimensioni delle attività legate all'agricoltura", ha affermato Werner Baumann, presidente del Cda di Bayer.
Bayer aveva annunciato l'intenzione di acquisire Monsanto a maggio 2016 e aveva firmato un accordo con la società statunitense per 128 dollari per azione nel settembre 2016. Attualmente corrisponde a un costo totale di circa 63 miliardi di dollari. In compenso, Bayer ha accettato la cessione alla rivale Basf di aziende che hanno generato 2,2 miliardi di euro di vendite nel 2017.
Considerando la Monsanto e tenendo conto delle cessioni, l'investimento totale in R&S di Bayer - che nel 2017 ha occupato 99.800 persone e regitrato vendite per 35 miliardi di euro - sarebbe ammontato a 5,7 miliardi di euro, dei quali 2,4 di mld per il settore agricolo.
La voce di quoted
La multinazionale tedesca - nel comunicato che annuncia la chiusura della partita con Monsanto - spiega di perseguire politiche di sviluppo sostenibile. Ma sono numerosi gli ambientalisti che chiedono a Bayer di seguire un approccio più ecologico senza pesticidi, specialmente nei paesi più poveri. Altre critiche riguardano lo sviluppo dell'ingegneria genetica e la pratica dei brevetti sui semi.