“Il governo vuole difendere l'interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione e i livelli occupazionali in Italia. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno 1 milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni nel question time alla Camera del 24 gennaio.
Il Gruppo Fiat - ha continuato Meloni - ha spostato la sede fiscale “fuori dai confini nazionali” e ha realizzato una operazione di “presunta fusione tra Fca e Psa, che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo prendono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane”. Il risultato - ha sottolineato il premier - è che “in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022”.
“Stellantis ha fatto e continua a fare la sua parte in Italia. Ha investito miliardi. E ha dato un forte contributo alla bilancia commerciale del Paese”. Alle accuse di mosse anti-italiane e di preferenza per i cugini francesi, l’azienda nata a fine 2019 dalla fusione tra Fca e il gruppo Peugeot, continua a opporre una serie di numeri.
Una tesi, quella di Meloni, dunque respinta da Stellantis (a sua volta partecipata da Exor) che replica con la produzione dell’ultimo anno: 752 mila veicoli (auto più veicoli commerciali), in crescita del 9,6 per cento rispetto al 2022, di cui oltre 474 mila sono stati commercializzati all’estero.