Gli ordini per le prime Leapmotor T03 (uguali alla Fiat 500) e per i suv C10 in Europa sono partiti, grazie alla rete Stellantis, due mesi fa. E le prime vetture elettriche saranno consegnate nei prossimi giorni anche in Italia, Germania e Francia.
Il tutto grazie all’accordo di ottobre 2023 dal quale è nata la joint venture con i cinesi di Leapmotor (sede in Olanda come Stellantis ed Exor, in modo da passare per comunitaria). In quei giorni ecco cosa scriveva ‘Le Monde’: “Aprire alla grande le porte dell’Europa a un costruttore cinese per meglio resistere all’arrivo in massa dei costruttori cinesi sembra contro intuitivo”.
Eppure - ancora dai comunicati di poche settimane fa - si apprendeva che “il lancio dei veicoli Leapmotor in Europa completa e amplia il portafoglio dei brand Stellantis per offrire ai clienti una gamma completa a prezzi economicamente accessibili”.
Con la fine dell’era Tavares, e con la missione diplomatica affidata a John Elkann, è possibile che tutto venga rimesso in discussione, anche se la controparte cinese si sarà evidentemente tutelata.
Al contempo, sembra ora improbabile che gli impianti italiani, come quello di Mirafiori a Torino, possano essere coinvolti nella produzione di veicoli Leapmotor, poiché l’Italia ha votato a favore dei dazi e la Cina ha vietato investimenti nei paesi che sostengono tali tariffe.
Si tratterebbe di un doppio salto (mortale?) da parte di Stellantis che, schiacciata dalla concorrenza, dopo essersi per così dire trasformata da produttore a distributore, tornerebbe a realizzare le auto, degli altri.
