Dalla fusione Fca-Psa è nata Stellantis. Fatturato di 180 miliardi di euro, quarto posto nella classifica mondiale dei costruttori con 8,7 milioni di auto, 400 mila dipendenti, ruolo di amministratore delegato per Carlos Tavares che oggi fa lo stesso lavoro in Psa e quello di presidente per John Elkann, Exor azionista di maggioranza relativa e i francesi che ottengono sei posti su undici in consiglio.
Ma dietro l’operazione c’è anche una storia di impresa comune tra due dinastie industriali che si lega in modo stretto alle vicende dei Paesi di origine, un modello che affonda le sue radici nel ‘900, un’impronta europea che punta ad affermarsi anche fuori dai propri confini.
Le assemblee straordinarie degli azionisti dei due gruppi in programma oggi (4 gennaio) rappresentano l’ultimo passaggio, dopo l’ok dell’Antitrust europeo, nel processo di integrazione iniziato lo scorso 31 ottobre 2019.
Primo azionista di Stellantis è Exor con il 14,4%, seguito dalla famiglia Peugeot che detiene il 7,2%. Alle spalle lo Stato francese con il 6,2% e i cinesi di Dongfeng (5,6%). Un assetto che potrebbe modificarsi alla luce degli accordi tra gli azionisti, in particolare per le quote detenute da Dongfeng e dal Governo francese. Tra le novità anche l’ingresso nel board di rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori.