Tutto in pochi giorni. Dopo avere toccato il top a 172 dollari il 16 novembre la matricola Rivian, che aveva stupito tutti con un’ipo spettacolare, è tornata ai livelli del primo giorno di quotazione, sotto i 100 miliardi di capitalizzazione (96 per la precisione, pur sempre una somma rilevante, dietro Daimler e davanti a Ford e Gm), con un -12% a causa delle pessime notizie dello scorso weekend.
Per cominciare i problemi di durata delle batterie nei furgoni di prova ordinati dal grande azionista (20%) Amazon (con un consumo di energia del 40% maggiore del previsto e una conseguente diminuzione dell’autonomia dichiarata di 240 chilometri). Un altro nodo è poi venuto al pettine. L’addio al progetto di collaborazione con Ford, altro grande azionista (12%) che adesso non vuole più realizzare i futuri pick-up con la piattaforma dell’azienda fondata e guidata dal ceo R.J. Scaringe.
Il mercato ha così pensato bene di passare ai realizzi in attesa di vedere quali saranno gli sviluppi per questa start-up elettrica. Evidentemente le novità negative riguardanti proprio i principali protagonisti dell’ascesa di Rivian, Amazon e Ford, ha raffreddato gli entusiasmi del mercato.