L'annunciato accordo di fusione tra Sprint e T-Mobile creerà un nuovo gigante delle telecomunicazioni - con quasi 100 milioni di abbonati - che si candida a diventare il terzo big player sul mercato del wireless negli Stati Uniti, accanto ai colossi Verizon e AT&T.
Le autorità di regolamentazione e quelle in difesa dei diritti dei consumatori sono in allerta: la concentrazione del mercato porterà a un aumento dei prezzi? Già quattro anni fa, sotto l’amministrazione Obama, le due multinazionali del tech avevano provato a unirsi ma furono bloccate proprio dall’antitrust.
Oggi le due società hanno un messaggio specifico per l’amministrazione Trump: la loro fusione può dare un apporto fondamentale alla creazione della rete wireless 5G, che sarebbe un elemento strategico per la sicurezza nazionale ed economica degli Usa.
Secondo i termini dell’accordo, che le due società hanno chiamato fusione, in effetti T-Mobile avrebbe acquistato Sprint per circa 26,5 miliardi di dollari. Al momento non sono ancora noti eventuali cambiamenti nei contratti già sottoscritti dai rispettivi clienti. Intanto l’asta governativa per assegnare le frequenze di reti 5G dovrebbe iniziare in autunno.
L’amministrazione Trump “benedice” questa fusione, dal momento che il wireless 5G è considerato una priorità per il paese: a marzo era stata bloccata l’offerta ostile di Broadcom, con sede a Singapore, a Qualcomm, con sede a San Diego, proprio per motivi di sicurezza nazionale. Un investimento comune di Sprint e T-Mobile nella creazione di un’unica rete wireless 5G (anziché due separate) consentirebbe loro un risparmio di circa 6 miliardi di dollari, che potrebbero essere reinvestiti nelle infrastrutture, potenziandole.