Il suo nome non era noto ma l'azienda, che aveva messo su all'età di 17 anni e lo aveva reso una delle persone più ricche al mondo, decisamente sì. Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea, è morto ieri all'età di 91 anni. Il nome del brand è il risultato dell'addizione tra le sue iniziali (IK) e le prime lettere della fattoria di famiglia dove era cresciuto (Elmtaryd) e del paese natio (Agunnaryd).
Nonostante Forbes lo avesse classificato nel 2006 quarto nella classifica dei più facoltosi al mondo, Kamprad ha sempre condotto una vita frugale. Non frequentava ristoranti costosi, evitava di prendere il taxi e guidava una vecchia Volvo del 1993.
Il gruppo, che ha 412 negozi in 49 Paesi, ha modificato nel corso degli anni le abitazioni, e forse anche il modo di vivere, più di chiunque altro. Con l'eccezione di McDonald, Ikea è l’unica azienda che è riuscita a travalicare le barriere di classe, la cultura e la geografia dalla seconda metà del 20° secolo.
Il catalogo ha una tiratura di 150 milioni di copie e alcune statistiche affermano che oltre il 10 per cento della popolazione europea è stato concepito su un letto Ikea.
Ma il percorso di Kamprad verso il successo non è stato una passeggiata, anzi è stato costellato da problemi: boicottaggi, accuse di nazismo, evasione fiscale e plagio, oltre all’alcolismo.