L’economia italiana è in ripresa sulla scia della crescita internazionale

Il mercato del lavoro resta caratterizzato dall’aumento dell’occupazione e dal ritmo, anche se piuttosto debole, di riduzione della disoccupazione, condizionata dall’incremento degli inattivi che transitano tra i disoccupati

L’economia è in ripresa sulla scia della crescita internazionale

Prosegue la crescita economica internazionale, in un contesto di ripresa delle quotazioni del petrolio.

In Italia il settore manifatturiero continua a registrare segnali positivi in termini sia di produzione sia di esportazioni.

La situazione sul mercato del lavoro si mantiene positiva. Nel terzo trimestre il tasso di occupazione è aumentato (+0,2 punti rispetto al trimestre precedente) e a ottobre il livello si è mantenuto in linea con quello del mese precedente (58,1 per cento). Il miglioramento del tasso di occupazione segue l’evoluzione di quello dell’area euro mantenendo ancora il differenziale che si era ampliato durante i primi mesi del 2013. Permangono al contrario le difficoltà a raggiungere un tasso di disoccupazione in linea con i livelli pre-crisi, nonostante la significativa riduzione a metà del 2015. A ottobre 2017 il tasso di disoccupazione italiano è ancora 4,3 punti percentuali superiore al livello di agosto 2008, una distanza superiore sia a quella dell’area euro (+1,2 punti percentuali).

La peculiarità dell’andamento della disoccupazione italiana rispetto ai principali paesi europei è fortemente legata alla evoluzione della componente degli inattivi. Nel terzo trimestre 2017, in Italia, la quota di inattivi sul totale della popolazione è di 2,7 punti percentuali sotto quella registrata in Q3 2008, mentre per l’area euro la riduzione nello stesso periodo è stata più contenuta (rispettivamente -1,6 punti percentuali in Q2 2017).

Nel 2017 l’ingresso nel mercato del lavoro di persone precedentemente inattive è significativo: nei primi due trimestri del 2017, la quota italiana di inattivi passati tra i disoccupati è stata in media del 6 per cento. Un ulteriore elemento che caratterizza l’attuale livello di disoccupazione è lo spostamento a destra della curva di Beveridge, che combina i livelli del tasso di posti vacanti con quelli del tasso di disoccupazione. Per uno stesso livello del tasso dei posti vacanti, nei primi mesi del 2009 il tasso di disoccupazione corrispondente era pari a circa il 7 per cento, mentre nei primi mesi del 2017 è salito al 12, a testimonianza di cambiamenti strutturali nella relazione tra domanda e offerta di lavoro.

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