L’aumento di robot e algoritmi è spesso additata di eliminare posti di lavoro. Ma ora un rapporto del World Economic Forum sostiene che l’automazione potrebbe creare a livello mondiale il doppio dei posti di lavoro, circa 133 milioni, rispetto a quelli che rischia di distruggere entro il 2023.
Anche se entro il 2025 più della metà di tutte le attuali mansioni professionali saranno eseguite da macchine rispetto al 29% di oggi, il rapporto suggerisce che le nuove tecnologie hanno la capacità di creare nuovi modi di lavorare, similmente a periodi precedenti della storia economica come quando, in seguito alla rivoluzione industriale, l'avvento del vapore e dell'energia elettrica hanno contribuito a stimolare la creazione di nuove occupazioni e l’emersione della “middle class”.
Anche se potrebbe sembrare contro-intuitivo, in un mondo che tende rapidamente verso l’automazione del lavoro, diventerà sempre più strategico il capitale umano per la competitività delle imprese. Ma Klaus Schwab, presidente del WEF, avverte sul fatto che i guadagni occupazionali derivanti dall’adozione di più tecnologia non sono una "conclusione scontata". Richiederebbero, innanzitutto, maggiori investimenti in formazione e istruzione per “aiutare” i lavoratori ad adattarsi ai nuovi processi produttivi.
Inoltre, la dinamica sulla distruzione e creazione di lavoro varia tra settori economico-produttivi e tra paesi. Ciò significa che il processo di trasformazione, soltanto se gestito con un adeguato anticipo, potrà portare anche ad un aumento della produttività. Infatti, la meccanizzazione dei processi produttivi libera tempo e spazio per consentire ai lavoratori di concentrarsi su attività più complesse.