Le elezioni in Turchia si avvicinano ed Erdogan cerca di cementare il suo consenso con misure popolari. Tra queste, c’è l’annuncio della fine del requisito dell’età pensionabile, cosa che dà a 2,25 milioni di turchi la possibilità di scegliere immediatamente di esercitare il diritto alla pensione.
Attualmente l’età pensionabile è di 58 anni per le donne e 60 anni per gli uomini. Nel complesso, i pensionati in Turchia sono oggi 13,9 milioni. Il provvedimento riguarda coloro che hanno iniziato a lavorare prima del settembre 1999 e che hanno maturato 20-25 anni di vita lavorativa registrata dalla previdenza sociale.
La riforma previdenziale, che dovrebbe costare il solo primo anno 13 miliardi di dollari, si aggiunge all’aumento del salario minimo approvato nei giorni scorsi, a sei mesi dalle elezioni politiche. La retribuzione minima per il 2023 passa a 8.500 lire turche (circa 425 euro), pari a un aumento del 100% rispetto a un anno fa e del 55% rispetto allo scorso luglio.
La Turchia intanto continua ad essere nella morsa della iper-inflazione, che a novembre ha superato l’84% annuo. Erdogan ha fatto pressioni sulla Banca centrale per abbassare i tassi d’interesse, una mossa che secondo numerosi economisti ha tuttavia accelerato la svalutazione della lira e infiammato ulteriormente i prezzi.