Il mercato del lavoro si precarizza nell’Ue. La possibilità di trovare un’occupazione a tempo indeterminato è diminuita tra il 2002 e il 2017, mentre la quota di lavoratori temporanei è aumentata dall'11% al 13%.
Nello stesso periodo in Germania è passata dal 9,3 all’11,1%, mentre in Francia dal 13 al 15,7%. Lo scorso anno le percentuali più elevate di lavoratori temporanei sono state rilevate in Polonia e Spagna (26%), Portogallo (22%) e Croazia (20%).
In Italia la quota è passata dal 9,5% al 15,1%. Che il mercato del lavoro italiano tenda sempre più alla precarizzazione è confermato anche dall’ultimo Annuario statistico della Ragioneria generale dello Stato, che aggiorna i dati sugli occupati nella pubblica amministrazione al 2016: il numero dei dipendenti si ferma a 3 milioni 356 mila, segnando ancora un altro calo annuo (-0,2%), sintesi di una riduzione dei posti "fissi" controbilanciata da una crescita di quelli precari. Rispetto all'anno prima si contano 29 mila 687 occupati a tempo indeterminato in meno (-1%), mentre le unità di lavoro flessibili salgono di 22 mila 718 (+7,8%).