Anche il colosso britannico della finanza Hsbc si accinge a tagliare il personale. L’istituto, che guarda con sempre maggiore interesse alla piazza asiatica e ha 238 mila dipendenti a livello globale, sta per lanciare un piano di ristrutturazione che si basa sulla riduzione del personale, soprattutto in Europa.
La decisione è la conseguenza del fatto che l’Est del mondo rende di più. In Europa la situazione è diversa. Il taglio potrebbe esser ufficializzato con la presentazione dei risultati trimestrali in questo mese: 10 mila posizioni è equivalente al 17% della forza lavoro nell’Ue di Hsbc, il 13% se si considera anche il Nordamerica.
A livello europeo, se si considerano anche le misure annunciate da colossi quali Deutsche Bank in Germania, Société Générale in Francia, Barclays e Citigroup nel Regno Unito, il conto dei tagli per l’investment banking supera i 30 mila addetti.
In parte è l’effetto della politica monetaria accomodante (tassi zero e in alcuni casi negativi), che sta schiacciando la redditività degli istituti creditizi. Poi, ci sono la Brexit e la guerra commerciale.
Il settore del credito è interessato da numerosi piani di ridimensionamento degli organici anche in Italia. Ricostruisce la Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, che dalla crisi ad oggi si sono registrate circa 65 mila uscite negli istituti creditizi del nostro Paese.