Nel 2020, il costo orario medio del lavoro nell’Ue era di 28,9 euro (dati Eurostat). In testa alla classifica dei paesi con il lavoro più ‘caro’ si posizionano Lussemburgo (47,7 euro), Danimarca (45,7) e Belgio (40,5); i lavoratori che costano meno sono in Bulgaria (6,6 euro), Romania (8,2) e Ungheria (9,8).
L’Italia a circa 29 euro (la vicina Spagna si posiziona a 25) è in linea con la media Ue e si piazza al sedicesimo posto (partendo dal basso) della classifica a 26.
Nonostante il dato non sia particolarmente alto, il nostro è l’unico paese europeo in cui i salari diminuiscono: nel 2020, rispetto al 1990, le retribuzioni medie sono scese del -2,6%, a differenza di Germania (+34%), Francia (+31%), e Spagna (+6%).
I livelli registrati per il Lussemburgo sono 7,3 volte più alti di quelli registrati per la Bulgaria, mentre nel 2016 i livelli più alti registrati per la Danimarca sono stati 9,5 volte quelli della Bulgaria.
Cifre comunque altissime se confrontate, ad esempio, con quelle del Paese dove il lavoro (all’ora) costa meno al mondo: il Madagascar. Nell’isola africana un lavoratore guadagna infatti 0,18 dollari l’ora. Circa 150 volte in meno (mediamente) di un collega europeo.